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Scialòja, Vittòrio.

Giurista e uomo politico italiano. Docente di Diritto romano a Camerino (1879), Siena (1881) e Roma (1884-1931), si interessò in particolare a questioni riguardanti il negozio giuridico, la proprietà, il diritto ereditario romano e il processo civile. Valendosi della collaborazione di F. Serafini, I. Alibrandi e C. Fadda, contribuì al rinnovamento generale della scienza giuridica italiana realizzando un'esemplare revisione dello studio del diritto romano e inaugurando orientamenti nuovi nei campi dell'esegesi, della storia e della dogmatica. Nel 1910 fondò e poi diresse la “Rivista della società per azioni” e nel 1933 la “Rivista del diritto della navigazione”. Fu socio nazionale (1918) e presidente (1926-32 e luglio-novembre 1933) dell'Accademia dei Lincei, fondatore e segretario perpetuo dell'Istituto di Diritto Romano, nonché promotore e presidente dell'Istituto Internazionale per l'Unificazione del Diritto Privato. Quanto alle cariche istituzionali, fu senatore dal 1904, ministro della Giustizia (1909-10), ministro senza portafoglio per la Propaganda di guerra (1916-17) e ministro degli Esteri (1919-20). In qualità di delegato, prese parte alla Conferenza per la pace (1919) e alla Società delle Nazioni (1921-32) e nel 1927 ottenne la carica di ministro di Stato. Tra le sue opere più importanti si ricordano: I problemi dello Stato italiano dopo la guerra (1918); Discorsi alla Società delle Nazioni (1932); Studi giuridici e Scritti e discorsi politici (1932-36) (Torino 1856 - Roma 1933).